Risposta a Ranci

 

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Ringrazio Francesco di aver detto in modoesplicito che anche nel modello aggiornato della Scuola Operativa la nozione di“presenziato” introduce degli elementi non-mentali - elementi, cioè, nel sensooriginale di questa parola. Vaccarino, per esempio, spiega che “...se ipresenziati sono costiutuiti dall’attenzione applicata al funzionamento deisensi, essi ricevono però subito una forma categoriale e perciò sono daricondurre all’attività mentale vista unitariamente..” (Prolegomini, II, p.173)Questa “riconduzione” non elimina il fatto che il particolare carattere deipresenziati sia determinato dai vari organi sensoriali; e Vaccarino ci dal’abbozzo di un elenco dei “presenziati specifici”: “i colori, i sapori, gliodori, il duro-molle, il caldo-freddo, ecc.” (loc.cit.). Non mi sembra moltodiverso da ciò che intendo io quando parlo di “sensory signals”. Vaccarinoaggiunge che il “contenuto” dei presenziati “è quello inerente allacostituzione di ognuno e perciò non può prescindere dal funzionamento fisicodei relativi organi” (loc.cit.).

Non sono certo come interpretare il termine“fisico” in questo contesto. Non mi pare inteso lo stesso di qualche riga inseguito, dove un osservato viene “localizzato come fisico”. In ogni caso credo chetanto per me quanto per Vaccarino gli “elementi non-mentali” dei presenziatinon possono essere elementi di una realtà oltre il sistema operante. Quindi ladistinzione fra “mentale” e “non-mentale” è da considerarsi anch’essa risultatodi operazioni dello stesso sistema.

2

Nel 4. paragrafo Francesco ci rimprovera dinon rifiutare categoricamente tutto ciò che i filosofi hanno detto perchénessuno fra loro ha mai pensato all’attenzione pulsante come generatrice deiconcetti/significati e della realtà esperenziale. A mio avviso vale la penariconoscere pensatori che non si trovavano all’agio con la tradizione efacevano tentativi in altre direzioni - anche se non arrivavano alle posizionidella Scuola Operativa.

3

Per quanto riguarda i “problemi indecidibili”,invenzione che per Heinz diventò la base della sua etica, sarebbe necessarioriprendere tutto ciò che Heinz ne ha scritto altrove. Francesco lega questoproblema a quello della conoscenza (paragrafo 5) e li vorrei aggiungere unosservazione. Non è il caso che la Scuola Operativa abbia eliminato la parola“conoscere”. Ceccato usava spiegare che sarebbe legittimo dire “conosco Roma” o“conosco l’Odissea” o “conosco quella ragazza” (occasioni per questa frase nongli mancavano). In tutti questi casi il significato di “conoscere” sarebberiducibile alla ripetibilità di date combinazioni operazionali. Credo che ciòfa senso solo se si pone qualcosa che se ne accorge delle ripetizioni e dunquedella ripetibilità di certe sequenze di operazioni. Non ha niente a che farecon la conoscenza di una realtà ontologica; mi sembra analogo al organoipotetico che eseguisce le semantizzazioni - e non vedo perché non potreichiamarlo “mente”.

4

Sull’uso della parola “fraintendere” ho pocoda aggiungere. Per me, un interpretazione che risulta incompatibile con la miarischia la categorizzazione come “fraintendimento”. Come ho accennato più diuna volta, non credo che i significati delle parole debbano essere interamenteidentici per tutti parlanti. Ciò non toglie niente all’idea che si possa avereun modello generico delle operazioni costituenti, ma lascia all’individuo laformazione degli elementi che Vaccarino (vedi sopra) categorizza come“contenuto non-mentale”.

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A proposito dell’espressione “folgorato” (P.S.di Ranci) sono colpevole di non l’aver notata rivedendo la traduzione italianadel libro. Nel testo tedesco c’era “einleuchten”, cioè “far senso”, “parereplausibile”.

Dai due volumi del “Tecnico fra i filosofi”sembra chiaro che Ceccato abbia letto Dingler prima di Bridgman. Per quantoricordo io, però, mi parlò di Bridgman molto prima di menzionare Dingler.

 

Ernst von Glasersfeld